Perché la Campania è considerata a rischio vulcanico elevato?
— LA CAMPANIA —
La Campania, situata nel Mezzogiorno d'Italia e affacciata sul mar Tirreno, è una delle regioni a più elevato rischio vulcanico del Paese. Questo è dovuto alla presenza di vulcani attivi come il Vesuvio, i Campi Flegrei e il Monte Epomeo sull'isola di Ischia. La criticità del territorio è aggravata dall'elevata densità abitativa, in particolare nell'area metropolitana di Napoli, che ospita oltre tre milioni di persone. Le zone maggiormente esposte al rischio sono identificate come "zona rossa Vesuvio" e "zona rossa Campi Flegrei", dove si concentrano misure di prevenzione e protezione. La sorveglianza dell'attività vulcanica è affidata all'Osservatorio Vesuviano dell'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), che monitora costantemente i fenomeni e coordina i piani di evacuazione predisposti in caso di emergenza.

Analizziamo il vulcano situato nella provincia partenopea
— IL VESUVIO —
- Tipo di vulcano: stratovulcano
- Altezza: 1.281 m (oggi, variabile)
- Ultima eruzione: 1944
- Attualmente: quiescente ma attivo

Il Vesuvio è uno dei vulcani più studiati al mondo, situato in una delle aree più densamente popolate d'Italia: la zona vesuviana in Campania. La sua ultima eruzione risale al 1944, ma è storicamente noto per l'eruzione del 79 d.C. che distrusse Pompei ed Ercolano. La presenza di oltre 600.000 persone nella cosiddetta "zona rossa" rende il rischio associato al Vesuvio particolarmente elevato. Per questo motivo, il Vesuvio è classificato come vulcano ad alto rischio e sottoposto a monitoraggio costante da parte dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Un'eventuale futura eruzione potrebbe avere gravi conseguenze umane ed economiche. Sono quindi fondamentali:
i piani di emergenza per l'evacuazione
la sensibilizzazione della popolazione
monitoraggio continuo dell'attività vulcanica
L'eruzione del 79 d.C.
— LA STORIA DI QUEL PERIODO —
Durante il periodo romano, sotto il regno dell'imperatore Tito, l'area comprendente le città di Pompei, Ercolano, Oplonti e Stabiae era intensamente urbanizzata. Il 24 agosto (o, secondo alcune ipotesi, durante il mese di settembre) ebbe inizio una violenta eruzione del Vesuvio, nota come esplosione pliniana. L'eruzione generò una colonna di fumo e cenere che si innalzò fino a 30 chilometri di altezza.

Pompei fu rapidamente ricoperta da piogge di pomici, mentre Ercolano e Stabia furono devastate da colate piroclastiche. L'evento catastrofico durò circa 48 ore e provocò un numero stimato di vittime compreso tra 10.000 e 20.000 persone. Le città vennero completamente sepolte, ma proprio questa sepoltura ha permesso una straordinaria conservazione di corpi, oggetti e edifici, offrendo ai posteri una testimonianza eccezionale della vita quotidiana nell'antica Roma.
Siamo a tua disposizione
— MONITORAGGIO E PRONTO INTERVENTO —
Il nostro team è operativo per offrire supporto informativo e analisi in caso di variazioni significative dell'attività vulcanica sul territorio italiano. Attraverso la raccolta e l'interpretazione dei dati in tempo reale, contribuiamo alla comunicazione del rischio e alla preparazione delle comunità locali. Il nostro obiettivo è rendere accessibili le informazioni tecniche, trasformandole in strumenti utili per la prevenzione e la consapevolezza. In situazioni di emergenza, la rapidità e la chiarezza sono essenziali: per questo siamo pronti ad agire con tempestività, in collaborazione con enti di protezione civile e centri di sorveglianza.